domenica 22 dicembre 2013

B come badare: al proprio orticello?

Badare è un verbo particolare; il participio presente usato come sostantivo è attualissimo (badante), usato invece come intransitivo alla prima persona singolare (bado) sembra quasi una parola straniera, direi quasi africana. In inglese potrebbe tradursi con "care" che in italiano si traduce più spesso con "prendersi cura" invece che badare, che ha un senso "inferiore" rispetto al curare (vi immaginate se il termine badante fosse tradotto con curatrice o curante?).

Badare al proprio orticello (vedi questo articolo di AM Terra Nuova a proposito) potrebbe essere visto come una metafora del prendersi cura della terra e della Terra con la T maiuscola, considerando il nostro pianeta come un sistema chiuso (in antico sassone "gart" da cui la parola garden-giardino) ci porrebbe nella condizione di esercitarci a curare l'orto per allargare continuamente il nostro sguardo (badare sembra provenga dal celtico "bah" aprire-guardare) ad un raggio più ampio, il nostro vicinato, la nostra regione (o bioregione), la Terra. E' un continuo lavorare sul locale e sul globale, un'apertura e chiusura di diaframma per far entrare più o meno luce che ci chiarisca lo sguardo. Badare al resto è utile a capire se l'acqua della pioggia che bagna la nostra terra è pulita, se l'aria trasformata dalle nostre piante è pura, se la luce del giorno è limpida, se la notte è veramente buia.

Badare al resto, a quello che sta oltre il giardino non è cosa semplice nel nostro territorio. Ci applicheremo diligentemente nella ricerca dei dati (per ora frammentari e discordanti) e per la loro rielaborazione inviteremo persone che hanno cose nuove da raccontare, esperienze che ci possono illuminare su possibili vie alternative alle attuali, piccole azioni quotidiane che cambiano lentamente ma inesorabilmente le cose (l'opposto delle grandi opere). Cercheremo di incontrare gente che viene da lontano a raccontarci di altre lagune, di altri territori simili al nostro, di come in quei posti si vive, si resiste, all'acqua, all'inquinamento, alla folle velocità del progresso.

Tutto ciò con lentezza, non si può certo contrastare la velocità con la velocità stessa. (per inciso: i sinonimi di velocità sono quasi tutti positivi, quelli di lentezza sono negativi, a tal proposito consiglio la lettura di "Il punto di svolta" di Fritjof Capra, pag. 33 Ed. Feltrinelli dove si parla di Yin e Yang)

come dice l'amico Enzo: "accelero rallentando",

buone feste a tutti (Michele)

giovedì 12 dicembre 2013

MARMELLATA ARANCE AMARE (di Françoise)

foto scattata da Michele l'11 dicembre
 Le arance sono sull'albero lucenti e profumate come palline di Natale. Ne ho prese alcune per fare una prova di marmellata di arance amare, mi è venuta molto bene.

Per chi avesse voglia, ecco una ricetta di questa marmellata rielaborata a partire dei consigli di Nostradamus (sic) che aveva pubblicato un libro sulle confetture nel 1552.

RICETTA
Pelare la buccia sottile lasciando sull'arancia la pellicola bianca, la quale va buttata via. Tagliare la polpa a grossi spicchi e estrarre i semi.
Mettere le bucce e la polpa in un recipiente e versare sopra acqua tiepida con qualche presa di sale e lasciare in ammollo per 24 ore.
Risciaquare per eliminare il sale.
Far cuocere le arance in poca acqua bollente fin quando le bucce diventano morbide e si possono pungere facilmente con uno stuzzicadente.

Tagliare le bucce a listarelle. In una pentola, versare un quarto di acqua per 3 quarti di zucchero di canna e far sobbollire fin quando appariranno numerose bollicine. 
Versare polpa e bucce e far cuocere una ventina di minuti. Versare la marmellata ancora bollente in vasetti sterilizzati che vanno chiusi e rovesciati così vanno sotto vuoto.

martedì 12 novembre 2013

E' giunta l'ora dei contadini di laguna?

l'orologio vintage del Circolo Arci di Cannaregio
Abbiamo finito alle nove in punto stasera (più o meno) e non è l'ora di Mosca ma quella che batte ogni giorno al circolo Arci di Cannaregio, a Venezia. In una città di pietra sta nascendo, come un po' dappertutto, un interesse particolare per tutto quello che riguarda la terra e la sua cura. Che sia un segno che ci fa ben sperare? Mi chiedevo cosa avrei scritto dopo questo incontro, un resoconto? Lo pensavo, effettivamente, ma preferisco lasciarmi andare, vista la foto scattata, a qualche sogno di comunismo irreale da terzo millennio. L'ammontare dei derivati nel mercato parallelo supera di ben dieci volte il mercato reale (quello che si basa sulle vere merci in circolazione), la totalità delle persone presenti (persone di una certa cultura, di sinistra, eccetera) ha un conto in banca, la banca in questione (non importa quale, sono tutte uguali) ha investito i risparmi dei nostri partecipanti in derivati.

Dunque, a parte il fatto che ognuno di noi dovrebbe sapere esattamente dove va a finire il proprio denaro (ma sappiamo esattamente cos'è il denaro?) perché non deviare, almeno una parte, non dico tutto del denaro dei presenti all'incontro di stasera (e magari di qualche altro facoltoso conoscente) da una banca che allegramente investe in interest rate swap a dei derivati nostrani, autoprodotti, che creano un volano per l'economia sana che parte dal basso e nel basso rimane? Che non punta in alto perché lavora sulla collaborazione e non sulla competizione e quindi rimane lì giù, a stringere legami con il locale, dall'agricoltura all'artigianato, senza raggiungere una dimensione industriale che snaturerebbe tutta quella dimensione umana che diverrebbe disumana? Siamo troppo comunisti? Avanti coi progetti, giovani. Aprite le borse e investite sui progetti, intellettuali di sinistra col portafoglio in qualche banca di destra...

venerdì 8 novembre 2013

lun 11 novembre. Circolo Arci di Cannaregio. Coltivare la terra, oggi, nella laguna veneta

Lunedì 11 novembre, ore 18.00
Nell'ambito dell'Ecofestival organizzato da CERCHIDONDA siamo stati invitati, con altri contadini, ortolani, vignaioli, giardinieri, paesaggisti, architetti e altri ancora al Circolo Arci Franca Trentin Baratto ad una discussione che avrà come tema: Coltivare la terra, oggi, nella laguna veneta

Riflessioni attorno al fenomeno di ritorno alla terra e a differenti esperienze di orti urbani in laguna. 
Con Riccardo Bermani, Orto Comune di San Giacomo, Guido Deiana, Orto di Torcello, Chiara Gaspardo, Orto Collettivo di Santa Marta, Domenico Luciani, Architetto, Michele Savorgnano, SpiazziVerdi, Alberto (Lupo) Tommasini, Azienda alle Vignole Vania Carlot, Rio Terà dei Pensieri, Orto biologico Carcere Femminile e molti altri..... 

al termine aperitivo a "miglia zero"

mercoledì 6 novembre 2013

domenica 10 novembre aglioween bis

L’ ABC di SpiazziVerdi
Aglio, Bieta e Cipolla Days
Ricominciamo insieme dall’ABC dell’orto!         

Dato che domenica 3 pioveva abbiamo rimandato Aglioween a domenica prossima.
This is Aglioween! Aglioween! Aglioween!

Ortolani zombie, locavori mannari, streghe salvasemi: dove siete? 
E’ arrivato Aglioween!
Scheletri vegani, consumatori mummia, mostri cementificatori,  vampiri bancari, fantasmi OGM e frankestein del sovescio: all’appello anche voi!
E’ Aglioween per tutti!

Approfittiamo per dare un senso diverso al ricorrere di questa festa e dedichiamo la giornata di domenica a piantare i bulbi d’aglio rimasti dal precedente Aglio Day (ne abbiamo ancora molti, non portatene). 
I bulbi piantati in orto verranno riscattati con delle truculenti teste d’aglio in primavera. 

Cosa portare

Per partecipare all’Aglio Day è necessario portarsi  una piccola vanga (o in alternativa un cucchiaio).

Quando 

Domenica 10 novembre 2013
Dalle 10,30/11  alle 17,30 

Dove

Nel nostro orto delle Zitelle, naturalmente.
(Dal momento che siamo ospiti dell’IRE, chiediamo un’attenzione particolare quando si accede o si lascia la struttura. Parola d’ordine: SpiazziVerdi Aglio Day!)

Attività

  • Preparazione del terreno (pulitura erbacce, contenimento aiuola/bancale etc.)
  • Piantare i bulbi (al grido “Aglietto o scherzetto?”)
  • Ci saranno anche altri lavori, non preoccupatevi, chi ha voglia di sporcarsi le mani e sudare avrà pane per i suoi denti, chi vorrà rilassarsi è il benvenuto lo stesso, può sempre lavare i piatti o fare qualche altro lavoretto sedentario!

E’ prevista una pausa pranzo in cui condivideremo quello che ognuno ha portato da mangiare e da bere (cose fatte in casa, i nostri piatti preferiti non confezionati, possibilmente ruspanti e no OGM).
Da riportare a casa: i propri rifiuti (l'organico rimasto arricchirà il nostro cumulo di compost).


Per informazioni
Tel.  349 7343853 (Michele) / 348 5316676 (Cristina)
spiazziverdi@gmail.com
spiazziverdi.blogspot.it




venerdì 1 novembre 2013

coltivare un sogno in laguna? Se il Sindaco ce lo permettesse

Da anni ormai si parla di ampliare le coltivazioni, non limitandoci al nostro orticello della Giudecca. Dal 2009, anno in cui abbiamo iniziato a dissodare il terreno, abbiamo stretto relazioni con altri soggetti locali (vedi l'Associazione Laguna nel Bicchiere, le Vigne ritrovate con cui condividiamo lo spazio delle Zitelle) e non. Da subito abbiamo iniziato a fare rete (Prove Tecniche di Comunità Urbana del Buon Vivere e Architettura Seminata), per trovare situazioni simili alla nostra in Italia e all'estero.
Da quando abbiamo iniziato sono nate nuove situazioni di autoproduzione collettiva (l'orto dei Marziani, quello del Lido, Pan di Zenzero, Teatro Marinoni e altri che forse non conosciamo) e reti fra coltivatori e consumatori (il mercatino bio di Piazzale Roma, la rete Slow Food di Isole in Rete, il recente Genuino Clandestino).
La situazione è in continua crescita, nonostante la crisi e forse a causa della crisi; c'è voglia di ripartire dalle cose fondamentali e la terra e la sua coltivazione sono proprio una di queste.
Si è comunque spesso presi dallo sconforto, soprattutto per chi abita in una città che fa dell'effimero la sua unica fonte di sostentamento; le attività cosiddette essenziali se ne vanno dal centro storico per lasciare spazio a vetrini e maschere in un'inarrestabile marcia verso l'azzeramento della vita reale, delle persone che potrebbero legarsi al territorio con attività che non sfruttano l'ambiente ma lo rinnovano e lo arricchiscono.
Pensare all'agricoltura, o alla coltivazione in genere come "ri-partenza" potrebbe far sorridere, ma da qualche parte dovremmo pur cominciare. Ma come poterlo fare? I problemi, per chi vuole iniziare dal niente sono insormontabili. L'accesso alla terra in primis, nessuno affitta, i pochi che vendono lo fanno a più di dieci euro al metro quadro che equivalgono a più di 100.000 euro all'ettaro (e con un ettaro solo non vivi). Se riesci ad avere la terra non riesci comunque ad avere un introito decente che ti permetta di soddisfare i bisogni che questa società ti impone (non per niente le merci vengono quasi tutte importate da Paesi dove la manodopera viene pagata un euro all'ora o poco più). La soluzione ci potrebbe venire dal passato o da popoli che ancora praticano un'agricoltura di sussistenza, produrre per se stessi e per lo scambio e vendere il surplus; in questo caso il contadino dovrebbe avere almeno una piccola fattoria dove poter vivere e autoprodursi la maggior parte del cibo che gli serve. Questo tipo di azienda (che non sarebbe un'azienda), sarebbe il più antieconomico ed antisociale esempio possibile in una società che basa tutto sugli scambi internazionali, sulla moneta virtuale e sulla creazione di continui nuovi bisogni (chiaramente non essenziali). Nel nostro territorio sarebbe forse possibile avviare alcuni luoghi sperimentali, pochi naturalmente, delle specie di nuove colonie, un po' quelli che erano i villaggi dei Veneti e degli Euganei prima dell'arrivo dei Romani, costruiti con materiali locali, veloci da attivare, e veloci da smantellare (non lascerebbero traccia perché anche in caso di abbandono tutto ritornerebbe alla natura), me la immagino proprio la Sovrintendenza che approva un villaggio agricolo sperimentale costruito in canna palustre e argilla in un'isola abbandonata della laguna dove magari c'era in progetto un bel resort o un parco dei divertimenti. Eppure da una breve analisi del territorio della Laguna di Venezia (una semplice occhiata dal satellite), si vedono un sacco di spazi inutilizzati, aree verdi che aspettano solo di essere ricoltivate, come ai tempi i cui la terra, ma anche l'acqua della laguna avevano un senso, un legame con la comunità che la viveva quotidianamente. Ma chi tornerebbe alla terra in questo modo? Perché mai le istituzioni, le associazioni di categoria, dovrebbero appoggiare un tipo di vita così sovversiva, così anacronistica? Forse i figli e i nipoti dei consumisti stanno cercando altre strade, non sono ancora chiari gli obiettivi ma le sensazioni portano a scegliere alternative a quella che sembra una via senza uscita, senza possibilità di ritorno, la distruzione certa di tutto quello che ci circonda. Si dice che la tecnologia ci salverà, troverà delle soluzioni per farci uscire dal vincolo che abbiamo col petrolio e con la chimica, ma aspettarsi una soluzione dalla tecnologia significa aver abdicato al potere delle macchine, significa non credere più alle potenzialità della nostra umanità. La laguna avrebbe un vantaggio rispetto ad altri luoghi (eccetto alcuni sparuti casi in montagna), gran parte del suo territorio non è mai stato privatizzato, o è del Demanio, o fa parte di qualche Bene Comune che viene indebitamente occupato da qualche nobile o industriale del NordEst. La causa in corso fra Demanio e questi occupanti abusivi delle valli da pesca è ancora in corso, ma non se ne verrà a capo fino a quando l'accusatore (il Demanio ma anche il Comune nella persona del suo Sindaco) è anche difensore di alcuni degli accusati (lo studio legale dello stesso Sindaco); in un Paese civile un conflitto di interessi simili farebbe urlare allo scandalo e obbligherebbe il Sindaco alle dimissioni, in Italia è la prassi. Forse allora non resta che la ri-occupazione di terre da cui sono stati estromessi i legittimi abitanti?  E' in atto nel mondo un ampio movimento di contadini senza terra, se ne parla soprattutto nel Sud del mondo, se ne sta parlando, sotto voce, anche al Nord.

domenica 27 ottobre 2013

Zitelle, dal conflitto alla consociazione, dall'orto al giardino

Titolo un po' ermetico direte voi; l'ispirazione mi viene da un mio passato scambio di vedute con Daniela, compagna di erbe e verdure (che spero mi legga dalla lontana Cina), e dalle mie ultime due letture "Giardini, paesaggio e genio naturale, di Gilles Clement" e "E il giardino creò l'uomo, un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri, di Jorn de Précy".

Cosa mi hanno ispirato Daniela, Gilles e Jorn?
Con Daniela si è parlato delle varie motivazioni personali che ci spingono a frequentare il nostro spazio delle Zitelle. Io ero un convinto assertore dell'autoproduzione, ci vado e ci andavo perché, parafrasando Wendell Berry "coltivare è un atto politico". Daniela mi ha risposto: "per me è altro". Voglio dare una mia interpretazione di questo "altro"per me.
Per dire cos'è quest'altro chiamo in aiuto le mie due ultime letture, Clement e de Précy. Questi due autori mi fanno vedere il luogo di cui ci prendiamo cura sotto un altro aspetto; ho sempre sospettato che quello non fosse solo un semplice orto, l'ho sempre visto come qualcosa di più ampio, completo, con la sua diversità (la vigna, il resto dello spazio non gestito da noi, la laguna che lo lambisce)  e con le sue complesse relazioni umane e naturali, ma non ho mai usato una parola precisa per descriverlo, se non orto. Etimologicamente orto è un po' difficile da interpretare, è sempre rimasto nel limbo, si dice abbia la stessa radice di giardino, gart-hort ma in italiano giardino e orto si sono lentamente divisi mentre in altre lingue hanno mantenuto la loro unità.
Con questo non voglio certamente rinnegare il mio status di ortolano, ma mi piacerebbe pensare al nostro spazio come ad un giardino, dove non si coltiva solo per la pancia ma anche per l'anima. E' in realtà quello che ognuno di noi ha sempre fatto, soprattutto quando ci troviamo soli, noi e la natura, i nostri cinque sensi che entrano in simbiosi con quello che ci circonda e che soddisfa quello che sappiamo essere un nostro bisogno primario che l'ambiente "altro" in cui viviamo non può appagare, la spiritualità, che Jorn de Précy chiama "mistero".
Gilles Clement  ritorna al concetto di giardino come "giardino planetario" e quindi giardiniere è colui che si prende cura del nostro pianeta, inteso come hortus conclusus, spazio finito.
Stare in giardino, nel tuo giardino, o comunque quello che senti come tuo non è come sdraiarsi su un prato o passeggiare nei vialetti di un parco pubblico. Prendersi cura della terra, sporcarsi, sudare e contemporaneamente meditare, è un atto intimo e politico allo stesso tempo, come dice Clement "il giardino di oggi non riesce a contenersi entro il tradizionale recinto, anzi, costringe tutto il vicinato alla condivisione". Il nostro giardino, condiviso, è una prova di quello che potrebbe essere il giardino più ampio, la Terra, un giardino in continua evoluzione, dove le persone, i giardinieri, si prendono cura di un paesaggio in costante movimento.

Alla consegna di un lavoro, l'architetto può ritenere che la casa sia terminata; alla consegna del suo lavoro, il paesaggista sa che il giardino comincia. (G. Clement)

L'espulsione degli dèi non poteva non trasformare l'aspetto del mondo, cioè lo spazio in cui viviamo, ed è nelle città che questa trasformazione può essere percepita più facilmente.
Un tempo, la città scaturiva da un territorio. Manteneva legami stretti, anzi vitali, anche su un piano estetico, con la campagna che la circondava e la nutriva (J. de Précy).

mercoledì 16 ottobre 2013

Aglio Day. 20 ottobre 2013

L’ ABC di SpiazziVerdi
Aglio, Bieta e Cipolla Days
Ricominciamo insieme dall’ABC dell’orto!         

Aglio Day
Una giornata da trascorrere tutti insieme in orto piantando bulbi d’aglio per resistere ai vampiri moderni e continuare a vivere bene.


“(...) A ogni boccone vino e aglio spingono l'oltraggio fino al limite. Là dove il palato non riesce a far fronte a così tante sollecitazioni. Come l'ebbrezza di un primo bacio. Quindi, dico io, contro tutti i vampiri succhiasangue che ci rubano le energie, ci svuotano il cervello e ci prosciugano il cuore, mangiate aglio, bevete vino. Questa è la vita. Perché, per parafrasare lo scrittore Jim Harrison, senza l'aglio e il vino continuare per la nostra strada in questa vita può essere davvero dura."
(Da “Aglio, menta e basilico” di Jean-Claude Izzo 2006, ed. e/o)


Chi ha paura dell’aglio? Come Jean-Claude Izzo, noi certo no, anzi!
Mangiate aglio, bevete vino. Questa è la vita.”
Che sia l’aglio rosso di Nubia, quello di Sulmona, quello di Vassilico o quello Piacentino, o l’aglio comune, questo magico bulbo ha infatti molte qualità e è un ingrediente salutare e importante nella nostra alimentazione.
Impariamo insieme dove e come piantarlo, in consociazione con quali piante e quali spicchi è meglio scegliere per assicurarsi una buona produzione.
I bulbi piantati in orto verranno riscattati con delle teste d’aglio in primavera.



Cosa portare

Per partecipare all’Aglio Day è necessario portarsi delle teste d'aglio da piantare
e una piccola vanga (o in alternativa un cucchiaio).

Quando

Domenica 20 ottobre 2013
Dalle 10.30 alle 17.30

Dove

Nel nostro orto delle Zitelle, naturalmente.
(Dal momento che siamo ospiti dell’IRE, chiediamo un’attenzione particolare quando si accede o si lascia la struttura. Parola d’ordine: SpiazziVerdi Aglio Day!)

Attività

  • Introduzione: A come Aglio (info tecniche)
  • Piantiamo i bulbi (recitando lo scongiuro*)

* Aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglio, corna, bicorna, capa r’alice e capa r’aglio (gli esperti del settore dicono che, per funzionare alla perfezione, la formula deve essere seguita da tre sputacchiatine e tre gesti di corna fatti con ambo le mani e volti all’ingiù).

E’ prevista una pausa pranzo in cui condivideremo quello che ognuno ha portato da mangiare e da bere (cose fatte in casa, i nostri piatti preferiti non confezionati, possibilmente ruspanti - magari con l’aglio! - e no OGM).
Da riportare a casa: i propri rifiuti (l'organico rimasto arricchirà il nostro cumulo di compost).


Per informazioni
Tel.  349 7343853 (Michele) / 348 5316676 (Cristina)

lunedì 2 settembre 2013

Torna l'AIA in LAGUNA

All'interno di AltroFuturo, la fiera dell'altraeconomia e della decrescita, a Venezia dal 13 al 15 settembre 2013 (Fondamenta delle Zattere), anche quest'anno non poteva mancare l'Aia in laguna!
Elemento tipico degli insediamenti di campagna, l’aia, spazio di proprietà collettiva, era il centro della vita delle piccole comunità rurali, dove ci si riuniva, si sfogliava il granturco, si aggiustavano gli arnesi, si mettevano a seccare i frutti, si facevano le conserve e dove ci si metteva a cucire. I figli giocavano sull'aia e la sera è lì che si stava "a veglia".
L’aia in laguna vuole ricreare questo spazio di lavoro e di convivialità, di libero scambio di idee e di tessitura di relazioni, legato alla terra e ai suoi ritmi.

Uno spazio culturale dedicato alla sovranità alimentare, salvaguardia della biodiversità e dei paesaggi agricoli, filiera corta e produzioni a km zero, lavori contadini vecchi e nuovi, produzioni in forma sostenibile ed ecologica e ogni altro tema connesso alla terra come fonte di cibo e di vita.

Programma

Venerdì 13 settembre 2013
ore 10.00 – 12,00
LABORATORIO
Torniamo alla vita! momento di riconnessione alla madre terra
Francesca Radin e Francesca Casarano, Spiazziverdi
ore 12,00-14,00
LABORATORIO DI CUCINA
Curarsi con il cibo
Monica Saletti, Associazione I seminati
15,00-16,30
Introduzione alla permacultura urbana
Davide Pujatti, insegnante di permacultura
16,30 – 18,00
BRACCIANTI MIGRANTI
Esperienze di solidarietà contadina a Rosarno
Michele Trungadi, SOS Rosarno
18,00-20,00
SEMINARE FUTURO
lavorare oggi (per) la terra
Mamadou Dia SOS Rosarno - rete campagne in lotta; Marco Mantovan, Az agr Donna Gnora; Sara Tognato, coop. sociale Ca’ Resa
Coordina Chiara Spadaro, Altreconomia

Sabato 14 settembre 2013
ore 10.00 – 12,00
LABORATORIO
Esperimenti di cosmesi naturale: come produrre in casa creme e saponi
Francesca Radin e Dora Normanno, Spiazziverdi
ore 12,00-14,00
LABORATORIO DI CUCINA
Avanzata calda, avanziamo insieme
Francesca Leita e Francesca Ciampalini, Le Vivandiere
15,00-16,30
Agricoltura organica e rigenerativa
Mattia Pantaleoni, insegnante di permacultura
16,30 – 18,00
GENUINO CLANDESTINO
rete di comunità in lotta per la sovranità alimentare
Michele Caravita e Laura Stanghellini, Campi Aperti Bologna
Incontro-dibattito aperto a tutti gli interessati a creare un nodo locale di GC
18,00-20,00
TERRA BENE COMUNE
Le terre pubbliche alle comunità locali
Nadia Carestiato, Università Udine, Giovanni Pandolfini, Terra bene comune Firenze.
Coordina Giulia Franchi, Re:common

Domenica 15 settembre 2013
ore 10.00 – 12,00
LABORATORIO BIMBI
Il concilio di tutti gli esseri
Francesca Radin e Francesca Tosi, Spiazziverdi
ore 12,00-14,00
LABORATORIO DI CUCINA
Germogli, fonte di energia
Barbara Belliato
15,00-16,30
Riequilibri e convivenze nell’orto: macerati, infusi e decotti
Mauro Flora, agrotecnico,Agrifatti
16,30 – 18,00
SEMINIAMOLI
Come selezionare e conservare i semi
ColtivarCondividendo
18,00-20,00
OGM, SEMENTI, MANGIMISTICA
Chi è fuorilegge?
Gianni Tamino, Università Padova, Luca Tornatore, Ya Basta, Adriano Zaccagnini deputato Camera gruppo misto (via skype). coordina Tiziano Fantinel ColivarCondividendo

Domenica scambio semi!

Info e aggiornamenti sul programma: www.altrofuturo.net, spiazziverdi@gmail.com

sabato 13 luglio 2013

martedì 16 luglio ritorna in orto lo gnomo dimenticone


Ciao amici dello gnomo dimenticone, ora è il nostro gnomo è felice! Grazie ad ognuno di voi ha imparato cos'è la generosa TERRA con i suoi frutti ed abitanti, la sua amica preferita ACQUA in cui tuffarsi, pescare, navigare, per non parlare dell'ARIA che nell'orto preferisce venire poco ma che può essere magica se trova una girandola! 
Sapete cosa manca da fargli ricordare? Il potente FUOCO; proveremo a cercare le sue tracce ed a costruire una piccola lanterna o torcia perché possa vedere meglio nelle tane delle talpe! 

Amici dello gnomo, vi aspettiamo martedì con costumino e la vostra allegria.

giovedì 11 luglio 2013

Utili consigli

Pubblichiamo i preziosi consigli dei nostri amici di ColtivarCondividendo di Feltre per imparare a coltivare l'orto in modo sano e sostenibile, usando in particolare macerati, decotti, infusi di piante.
Leggete qui
Sappiamo ora chi invitare per una lezione su questi temi per il percorso di permacultura!

lunedì 8 luglio 2013

report prima presentazione percorso permacultura

 C'erano una trentina di persone, quasi tutte dalla terraferma mestrina e addirittura da fuori comune.
Che la permacultura avesse più appeal di una giornata al mare o in montagna in questo caldo sabato pomeriggio di luglio, proprio non ce lo aspettavamo!
C'erano i ragazzi di Mestre, tutti giovanissimi, che avranno a breve a disposizione da parte del comune un'area verde in pieno centro; c'era il sig, Giorgio, 84 anni e non sentirli (i nostri complimenti!), tra i pioneri degli orti urbani sociali a Venezia; c'era Federico di DonnaGnora, piccolo produttore che fa le consegne con la barca a remi in perfetto stile decrescente; c'erano due ragazzi di Spinea che si dilettano a fare l'orto su cassoni e cassette e sembra che gli riesca molto bene; c'era Babacar, il nostro amico dell'associazione Sunugal con la quale stiamo collaborando per fare un orto comunitario in un piccolo villaggio in Senegal; e altri amici, vecchi e nuovi, che hanno partecipato attenti a questa nostra prima presentazione/discussione.
Abbiamo raccolto dai presenti suggerimenti e richieste, per la costruzione partecipata del nostro percorso di permacultura urbana, che vorremmo fare partire da settembre, incentrato sui 3 assi della permacultura.
Ecco in estrema sintesi quello che è emerso:

Cura della terra: Tecniche di agricoltura sinergica; Tecniche di orti "fuori suolo"; Regolamento comunale per gli orti urbani; Sistemi per il recupero dell'acqua piovana e sistemi di irrigazione; Compostaggio
Cura della persona: Costruzione del gruppo; cura delle relazioni sociali
Equa condivisione: Creare un coordinamento/rete degli orti urbani; Creare un gruppo locale di piccoli produttori (vedi Genuino clandestino); Laboratorio condiviso per la trasformazione dei prodotti; Forno comune
Permablitz: Essiccatoio (spiazziverdi)
Sogni: Creare una scuola di formazione in permacultura e simili, preparatoria a lavori innovativi in questo settore (si può vivere di orti urbani?); Coltivare sulle isole di Venezia; Prevedere nell'area degli orti urbani uno spazio per la produzione destinata alle mense scolastiche; coinvolgere gli studenti per fare conoscere e sperimentare tutto il processo, dalla semina al prodotto
Luoghi: Orto delle Zitelle, area verde comunale a Carpenedo (nuova assegnazione); orti sociali di Forte Gazzera (per fare formazione agli anziani che usano tanti prodotti chimici); Forte Mezzacapo; Bosco di Mestre (dove potrebbero nascere in futuro tanti orti condivisi).
Inutile dire che si è concluso con cicchetti e bevande autoprodotte!

Prossime presentazioni a Santa Marta (26-28 luglio) , Teatro Marinoni, scuola steineriana Pan di Zenzero (da definire).

Il percorso è appena cominciato!

giovedì 4 luglio 2013

Al via il PERCORSO DI PERMACULTURA URBANA...per tutti

Continuiamo a sperimentare insieme pratiche di comunità urbana del buon vivere, nell'orto e oltre l'orto.
Parte a Venezia il primo PERCORSO DI PERMACULTURA URBANA per tutti coloro che sono interessati a vivere una città che ponga al centro la cura della terra, la cura delle persone e l'equa condivisione delle risorse.
Non un corso, ma un percorso, da costruire insieme, divertendosi.
La prima presentazione sabato 6 luglio dalle 16 alle 20 all'orto delle Zitelle di SpiazziVerdi.

Scrivici per avere maggiori info: spiazziverdi@gmail.com
Ti aspettiamo


martedì 28 maggio 2013

giocorto








PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA.
Continuano i pomeriggi in orto con lo gnomo sbadato, martedì 2 luglio il nostro amato gnomo dovrà scoprire l'aria!!!!
Faremo volare tutte le nostre idee e la nostra inventiva per costruire una bella bandiera per il regno dello gnomo...Palloncini, aquiloni, scaccia spiriti insegneranno allo gnomo a vivere amichevolmente con aria e vento!

Non appena la colorata e dolce primavera arriva tutti gli gnomi escono dalle loro piccole case e cercano tante cose belle e buone che trovano tutt' intorno.  Frutti, fiori, erba, foglie, bacche,....
Nel nostro orto uno gnomo distratto ha perso la memoria ma per fortuna noi bambini possiamo aiutarlo! Non si ricorda più i fantastici quattro elementi della natura.
Insomma si lava i denti con la terra, vorrebbe accendere un fuoco con un bicchiere d'acqua, per asciugare i panni li mette nel forno...E' prorio sbadato.
Tutto questo nel nostro orto della Giudecca, per piccoli e grandi (prenotatevi) giocortoooooooooo>>>(clicca per maggiori informazioni)!



giovedì 9 maggio 2013

domenica 28 aprile 2013

4 maggio, festa in orto

Ogni tanto qualche festa la facciamo anche noi. Non sarebbe proprio il momento di festeggiare (mi permetto qualche digressione politica) visto che  la famiglia Letta continua a governare da vent'anni e passa, Al Fano è ministro degli interni, Saccomanni (uomo fidato del FMI) si becca il Tesoro, e noi ci becchiamo la Bonino agli Esteri. Chi non è andato a votare (come me) non si stupisce e non si arrabbia, chi ci è andato invece, credendo nella vittoria di una coalizione di centrosinistra che al massimo si alleava con M5S si ritrova una bella sorpresa, un altro colpetto di Stato economico (e sociale) che si aggiunge a quello precedente.
Ma noi continuiamo a festeggiare per questa nostra Madre Terra che tutto ci perdona (per ora) ma che ha memoria lunga e ci chiederà il conto con gli interessi di quello che abbiamo e non abbiamo fatto.
Buona festa, siete tutti invitati, naturalmente.

martedì 23 aprile 2013


mercoledì 10 aprile 2013

Pomodori reazionari o rivoluzionari?

Oggi in vaporetto, leggendo l'ultimo libretto si Gustavo Esteva “Antistasis, l'insurrezione in corso", sotto (finalmente!) il primo sole di primavera, i pensieri hanno cominciato a correre....applicare i principi della permacultura alla pratica politica contro il capitalismo imperante....davanti all'immaginario di un sistema economico e sociale mondiale così potente, globalizzante, unitario e totalizzante, che paralizza, come dice Esteva, possiamo solo opporre pratiche (bio)diverse, adatte al clima e ai luoghi e alle persone di ogni comunità, dove ogni elemento supporta molteplici funzioni e ogni funzione supporta più elementi. In cui la maggiore diversità delle soluzioni e delle alternative proposte, in aperto scambio energetico, è indice di salute, di resilienza, di vitalità. Così...i pensieri sono corsi sull'acqua fino al nostro orto, a questa esperienza così semplice e antica e allo stesso tempo complessa e innovativa in questa era di semplificazioni schematiche e omologazioni sistemiche. E mi chiedevo, se ne siamo davvero consapevoli....Se davvero sappiamo cosa stiamo facendo. Se, per dirla ancora con Esteva, ci siamo mai chiesti se i nostri pomodori sono tristemente reazionari oppure veramente rivoluzionari!
Eli

domenica 7 aprile 2013

cronache primaverili dall'orto

C'era quasi il sole oggi, anzi c'era quasi sempre, accompagnato da una bora intensa, che portava aria pulita dai Balcani e allontanava i fumi delle prime bare da crociera che svettano sopra i tetti della chiesa delle Zitelle mentre entrano ed escono dal canale della Giudecca.

C'era diversa gente in orto, amici che avevano voglia di venire da tempo, amici di amici, persone che avevano voglia di provare a mettere le mani nella terra, conoscere come funziona questa agricoltura naturale fatta di non azioni, pacciamature, consociazioni e diavolerie naturali varie.
E' stato piacevole vedere adulti e bambini seminare le colture che verranno messe a dimora fra qualche mese, rivoltare il compost sperando che il sole, con il suo calore, faccia partire la fermentazione, dissodare terra che accoglierà le prossime semine. Resta sempre l'eterno dubbio per questo nostro orto collettivo: come intercettare questi nuovi arrivi, come farli rimanere fedeli a questa terra difficile e coinvolgerli in questa specie di rito che è l'abitudine alla ciclicità, alla pazienza, all'osservazione costante di una natura apparentemente immobile (a parte il vento).
La formula, le formule, devono essere necessariamente più d'una: la costanza si può raggiungere subito, perchè l'esigenza di stare a contatto con la natura, di coltivare e soprattutto di ottenere un raccolto vengono viste come bisogni primari oppure ci si può avvicinare gradualmente, frequentando le Zitelle un po' per volta, anche ogni tanto, ma con un'idea sempre più chiara del posto in cui ci si trova e della gente con cui si entra in contatto. Se coltiviamo non è per passare il tempo, è per dimostrare a noi stessi che siamo capaci di trarre dei frutti dalla terra, senza sfruttarla, arricchendola. Che sia possibile cambiare passo, simbolicamente e praticamente, guardando oltre un sistema che ci rende dipendenti anche dalla cosa più naturale e semplice possibile, la produzione del cibo. Ormai per alcuni di noi è chiaro che sempre più persone desiderano avvicinarsi alla terra, non solo per contemplarla ma per entrarci in stretta relazione; c'è quasi sempre in loro però una specie di timore reverenziale, la paura di sbagliare, di non essere all'altezza, di non avere il pollice verde. Alcuni vengono senza la minima esperienza, sono di città ma vorrebbero in futuro trasferirsi in campagna, non sanno però da dove iniziare. Vogliono informazioni, subito, vogliono sapere come si semina, quando, la luna, i concimi, un sacco di informazioni pratiche (non era il caso di oggi, tutta gente molto rilassata).
A quel punto mi viene voglia di mettermi un dito nel naso e stare a pancia all'aria come faceva Peter di Heidi nei pascoli più alti e farli rendere conto che il percorso è lungo; che la terra non ci si mette meno di una vita a capirla, che bisogna partire dall'osservazione, dall'ascolto profondo di noi stessi. Che le informazioni raccolte vengono messe insieme dal nostro cervello anno dopo anno, le esperienze messe automaticamente a confronto fra loro, le stagioni memorizzate e rimetabolizzate senza avere il bisogno di scriverle da qualche parte.
Cosa dire quindi, se uno ha l'esigenza avrà anche la costanza, il problema è che abbiamo ancora tutti la panza piena e purtroppo si stanno avvicinando tempi cupi, anche a breve, che metteranno le persone di fronte alla realtà che non è quella virtuale che ci propinano; sapersi autoprodurre il cibo diventerà una necessità di vita o di morte. Perchè non iniziare in anticipo ed essere preparati agli eventi futuri? Forse rendendosene conto prima si può anche cambiare il futuro, rendendolo meno apocalittico.
Buona primavera a tutti (Michele)

giovedì 21 marzo 2013

Stefano Mancuso. Alla radice dell'intelligenza delle piante

noi che seminiamo, piantiamo e soprattutto raccogliamo dovremmo guardare e riguardare questo video per capire fino in fondo con chi condividiamo quotidianamente la nostra giornata.

martedì 12 marzo 2013

Sul tempo

Oggi doveva piovere tutto il giorno. Se sai in anticipo una cosa del genere ti premunisci ed organizzi la tua giornata diversamente; invece succede che con Venezia ilmeteo.it non ci azzecca quasi mai ed esce una quasi splendida giornata di sole. Sarà che Venezia viene confusa con Mestre dai meteorologi dovrebbero capire che qui stiamo in mezzo ad un "deserto d'acqua" che spesso ci protegge da maltempo, nebbia, neve. Oggi sono infatti sbocciati i primi fiori dell'albicocco. Sono andato a rivedermi gli appunti nel mio quaderno dell'orto. L'altr'anno l'albicocco è fiorito il 13 marzo, i susini il 16, siamo più o meno lì.

giovedì 21 febbraio 2013

Potature alle Zitelle

I boscaioli ci hanno dato fisso alle Zitelle. Siamo riusciti a bloccare in tempo la perdita di tutta questa massa organica che sarebbe finita su una barca e poi chissà dove (forse incenerita, forse riutilizzata in terraferma), comunque, tutto è bene quel che inizia bene); legna e ramaglie finiranno in orto, divise per bene e riutilizzate secondo l'uso che gli ortolani riterranno più appropriato (compost, pacciamatura verde, recinzioni, biochar o altro ancora a seconda delle urgenze); ci sarà un sacco di lavoro perchè il trincia non funziona (serve un meccanico volontario che la metta a posto) e la massa di materiale è imponente (stimo a spanne almeno 30 metri cubi. Speriamo che l'accordo con l'Hotel Cipriani vada a buon fine (risparmio per loro per lo smaltimento che per noi significa una donazione in materiale, tagliaerba? motozappa?serra?), potrebbe essere l'inizio di una fruttuosa collaborazione che in realtà è già iniziata da tempo (coi giardinieri) ma mai definita ufficialmente.
La neve passata ha rovinato la mimosa (come da foto) che è stata ridotta a mazzetti e messa a bagno per la prossima festa delle zitelle (sempre che si comportino bene).

Sono stati potati anche tutti gli alberi da frutto (da me, michele, non dai boscaioli), è stata risparmiata l'acacia potata lo scorso anno da Francisco, sono state potate rose rampicanti e non (messe a bagno per radicare in due distinti secchi), i polloni dei due pruni (i polloni sono stati estratti con le radici e messi in parte per farne dei futuri alberi da innestare), dentro il grande secchio rosso ci sono un sacco di potature di salice che verranno usate per legare la vigna.

Prossimamente ci sarà molto da fare, sia per smaltire tutta questa massa legnosa che per sistemare e costruire ex novo alcune strutture dell'orto, buon lavoro.

vai alla GALLERIA per vedere tutte le immagini

martedì 12 febbraio 2013

ripopolare la campagna abruzzese




Pubblichiamo qui un annuncio dell'amico Nicolas che da qualche anno, con tenacia e inventiva.

Progetto di ripopolamento delle zone rurali semi-abbandonate in Abruzzo
offriamo vitto e alloggio in cambio di lavoro agricolo 
& aiuto per avere accesso a case e terreni abbandonati
Siamo Nicolas (38) e Federica (36), iniziatori e realizzatori di un progetto di ripopolamento della campagna in una zona del Abruzzo in cui l' 80 % dei campi, dagli anni settanta a oggi, è stato abbandonato (25 km da San Salvo, 550 m sopra il livello del mare).
Per ora siamo in 3 - 4 persone a occuparci della pulizia del sottobosco, del terrazzamento e della lavorazione superficiale del terreno per renderlo coltivabile. Produciamo uova, cereali, legumi, olio di oliva, marmellate e ortaggi tra cui sopratutto quelli che si possono conservare facilmente per tutto l' anno come le rape rosse, le carote, le cipolle, le patate e le zucche.
Il progetto parte da due ettari di proprietà, acquistati nel 2010, lavorati senza carburanti fossili, e prevede l' applicazione di questa metodologia su tutte le superficie a disposizione in zona in collaborazione con i proprietari terrieri del posto che fanno sempre più  fatica a gestire i terreni in modo economicamente conveniente. Finora  ci hanno dato in comodato d'usoaltri due ettari di terreno seminativo che usiamo per la coltivazione di ceci e cereali.

Prossimamente saremo in grado di offrire vitto e alloggio a una decina di persone in cambio della partecipazione nel lavoro agricolo usando come fonte di carboidrati anche la frutta raccolta dalle piante abbandonate o spontanee della zona per la produzione di frutta secca, succhi e marmellata. Anche l' olio di uliva lo facciamo raccogliendo da alberi abbandonati. La superficie di produzione quindi è molto più grande dei quattro ettari di terreno attualmente a disposizione. In più persone sarà possibile occuparsi di un gregge di pecore e della trasformazione del latte.

Stiamo cercando altre persone che vogliono trasferirsi in campagna con l' obiettivo di costruirci un' economia basata sulla produzione agricola per l' autosufficienza e per la vendita informale e lo scambio a livello locale. Sono benvenuti le persone che usano Wwoof come metodo di ricerca di un progetto già esistente in cui inserirsi o di un posto dove iniziare un progetto proprio. Sono ugualmente benvenuti tutti i viaggiatori che si fermano solo pochi giorni e tutte le persone che vogliono dedicarsi a ogni forma di lavoro artistico che possa arricchire il contesto rurale degradato (calcio, caccia, carte). 
Ai nuovi arrivati offriamo vitto e alloggio in cambio della partecipazione nel lavoro agricolo. Chi vuole stabilirsi per sempre può autocostruirsi una casetta sul nostro terreno o trovare un accordo con un proprietario di una casa disabitata e di un terreno abbandonato: accesso a casa e terreno in cambio di lavori di manutenzione e prodotti agricoli. A chi non ha esperienza nel lavoro agricolo aiuteremo con semi, attrezzi e conoscenze.

Attualmente disponiamo di 4 stanze con 10 posti letto in due case diverse, una nel paese, a 1,5 km di distanza, e una in campagna. Abbiamo luce elettrica e una lavatrice. Per poter offrire vitto e alloggio in futuro a un numero più grande di quello attuale (3-4 persone) realizzeremo, nel 2013, in collaborazione con l' architetto Rainer Toshikazu Winter e l' Università di Firenze una casa passiva metà prefabbricata, metà autocostruita e altre case più piccole usando sopratutto materiali localmente reperibili (pietre, argilla, legno, vetri di recupero).

Nicolas Panelli, Federica Benemeo
contrada Fonte Trocchi, 1
66050 Tufillo (Chieti)

tel: 334 33 88 448
mail: cementobianco@yahoo.it

come arrivare: in treno fino alla stazione di Vasto-San Salvo, da li veniamo a prendere oppure a piedi/ in bici 25 km verso l' entroterra

lunedì 11 febbraio 2013

ORTO PER TUTTI! Mente Sana in Orto Sano 16-17 feb 2013

a Mestre-Oriago
con Mattia Pantaleoni
esperto ed insegnante di Permacultura, Agricoltura Sinergica, Dragon
Dreaming

Come sentirci parte dell'organismo Terra-Gaia ed impegnarci per la
creare una cultura sostenibile? Come rendere maggiormente vivibili e
resilienti le città? Per realizzare questo sogno abbiamo bisogno di
tutta la creatività possibile e non possiamo farlo da soli. Vi invitiamo
a far parte di questo fantastico progetto.


SABATO 16 Febbraio 2013 dalle 17.00 alle 19.30
c/o Centro Civico Città Aperta via Col Moschin
Introduzione concetto equilibrio suolo-piante-animali
Pratiche di coltivazione urbana.

DOMENICA 17 Febbraio 2013 dalle 10 alle 12.30
c/o El Casin di Oriago (800 mt dopo la scuola Staineriana)
Presentazione Fattoria EL CASIN
Concime organici e biofertilizzanti fermentati

Partecipazione libera, portate qualcosa mangiare da condividere

per Info. Mattia 348.51.62.105