mercoledì 12 aprile 2017

Il nuovo germoglio di Spiazziverdi



Il 27 gennaio 2017, qualche vecchio socio - storico, particolarmente tenace - di spiazziverdi, le 'fanciulle' (o 'sciure', o 'siore', dipende dai punti di vista) che nel frattempo hanno messo radici nell'orto delle Zitelle, altri amici, arrivati anche grazie ai martedì della permacultura, si sono riuniti e - dopo leccornie, bevande e ciacole - hanno approvato lo statuto di Spiazziverdi come associazione culturale di promozione sociale.

Spiazziverdi si occuperà - dall'art. 2 dello statuto, "Scopi e azioni dell'associazione" - "del recupero e della valorizzazione delle aree verdi al fine di promuovere un armonioso rapporto uomo-natura e stili di vita sostenibili e solidali.
Prendendosi cura dell’ambiente naturale e coltivato l’Associazione in particolare intende:
- promuovere la conoscenza e il rispetto della natura, degli ecosistemi e delle risorse della terra;
- apprendere, adottare e diffondere buone pratiche di sostenibilità ambientale;
- sperimentare l’etica, i principi e i metodi permaculturali nell’ottica delle città in transizione;
- favorire la socialità, la responsabilità comunitaria, la condivisione, la partecipazione attiva e la solidarietà;
- favorire la relazione fra persone di età e culture diverse;
- incoraggiare il ritorno alla terra nel rispetto degli ecosistemi naturali."

... rimbocchiamoci le maniche.



giovedì 4 agosto 2016

Il martedì della Permacultura Urbana a Venezia


da martedì 9 agosto 2016, fino a quando il tempo lo consentirà, giusto per  creare un po' di zizzania

Ogni settimana, dalla mattina al tramonto, per sperimentare pratiche sostenibili di progettazione.



Il nostro sogno è la realizzazione di una Fattoria Urbana Diffusa: dall’orto collettivo delle Zitelle creiamo connessioni con altri luoghi (marginali, sottoutilizzati, degradati, abbandonati che ci circondano, pubblici o privati, parchi o orti, aiuole o boschi…) e con persone che hanno voglia di sporcarsi le mani, insieme.



Tutto parte dal fare:

imparare a piantare un chiodo, riconoscere e cucinare le erbe spontanee, accendere un fuoco, costruire una tettoia con materiale di recupero, potare un albero, seminare a spaglio, cambiare il manico ad una zappa, fare un buon compost, essiccare un’erba aromatica…


Fare è anche creare rete fra persone che vogliono vivere di natura, capire quali possano essere gli sbocchi lavorativi in un luogo particolare come quello dell’Arcipelago Veneziano.

Ma il fare ha bisogno anche di un po’ di teoria preliminare, si discuterà di principi etici di permacultura e delle tecniche che permettono di mettere in pratica tali principi.


DOVE: nell’hortus conclusus delle Zitelle alla Giudecca


QUANDO: ogni martedì

Info ed Iscrizioni:
 fudvenezia@gmail.com   (entro il lunedì!)


FB:  Erbe Matte (www.facebook.com/3erbematte)  Fud Venezia (www.facebook.com/fudvenezia)pranzo: cassa comune di 4€ e si cucina tutti insieme con i prodotti dell’orto



ABBIGLIAMENTO e STRUMENTI CONSIGLIATI
vestiti freschi e comodi, crema solare e cappello, coltello da campeggio, guanti da lavoro, una paletta da giardiniere, un paio di forbici per potare.

mercoledì 5 novembre 2014

workshop "cucina da orto", tutte le immagini



vai alla galleria completa

domenica 7 settembre 2014

Progettare e realizzare una cucina da campo (anzi da orto) in permacultura



Dal 17 ottobre, per tre giorni, sarà possibile partecipare ad un workshop intensivo che avrà il fine di realizzare, nel giardino commestibile di SpiazziVerdi, una cucina "da orto".
Scopo del laboratorio sarà di osservare l'esistente, prendere ispirazione dal contesto e fuormulare un'ipotesi di ricostruzione della cucina esistente in base ai principi della permacultura. Utilizzeremo solo strumenti a mano (non elettrici), lavoreremo il legno, la pietra, l'argilla ed impareremo ad impadronirci delle tecniche più utili alla realizzazione di una cucina, nei suoi elementi essenziali ma anche tenendo conto delle esigenze di una società in transizione, che guarda alla tradizione antica ma allo stesso tempo è in contatto con esperienze "altre" che vengono portate avanti in varie parti del mondo. Realizzeremo una struttura leggera che fungerà da riparo, una rocket stove per cucinare, una piccola cantina per mantenere fresco il cibo e altre cose ancora utili ad una vita all'aria aperta.
 Se ti interessa approfondire il discorso vai alla scheda completa del corso

sabato 23 agosto 2014

Fattoria Urbana Diffusa?

E’ una giornata di pioggia di fine estate, una come tante (mi ci sto ormai abituando e ci provo pure gusto). Mi accingo a scrivere un po’ di cose che mi frullano in testa da ormai troppo tempo, argomenti che non ho mai messo per iscritto ma forse c’era bisogno di far decantare alcuni pensieri prima di renderli pubblici.
In quest’ultimo anno mi sono dedicato al cento per cento alla cura della terra, ci sottolineo a dire cura della terra e non coltivazione della terra perché sono due cose completamente diverse, una può contenere l’altra ma non sono speculari.
Ho assistito, grazie al tempo, alla trasformazione di un luogo, l’orto delle Zitelle (che d’ora in poi chiamerò giardino delle Zitelle), alla venuta di nuove persone alla sua cura e all’evoluzione delle modalità di partecipazione.
Per quanto mi riguarda, sono passato da un approccio amatoriale ad uno professionale, nel senso che adesso riesco a vivere dei prodotti che coltivo e vendo a vari ristoranti del Centro Storico; a questa mia attività si sono legate alcune persone, ognuna mettendo la sua propria esperienza e sensibilità, ma comunque sempre in un’ottica di progetto comune. L’esperienza di SpiazziVerdi rimane ben salda nel suo spirito iniziale, l’autoproduzione di cibo, l’attenzione alle relazioni (sia all’interno del gruppo sia rispetto alle persone che vivono e lavorano nella casa di riposo dell’IRE o ai parenti degli anziani) e la promozione in città di tematiche legate ai temi della produzione e del consumo consapevole.
 L’evoluzione, se vogliamo parlare di quello che è successo da qualche mese, è una visione più produttiva, che non chiamerei imprenditoriale ma piuttosto di sviluppo sociale. L’idea di far crescere una passione per la cura dell’ambiente e farla diventare fonte di reddito sta crescendo, come anche quella di promuovere in modo virale ad altri questa esperienza; all’interno del gruppo stiamo cercando di “personalizzare” le attività, in base alle pulsioni dei singoli ma anche rispetto a quelle che sono le richieste dei clienti che già ho (per ora sono l’unico ad aver “istituzionalizzato” la mia posizione lavorativa) e soprattutto rispetto ai segnali, anche forti, che riceviamo dalla società.

L’evoluzione ha un nome ben preciso, si chiama F.U.D. acronimo di Fattoria Urbana Diffusa; è un nome collettivo che non vuole avere marchi registrati, vuole essere semplicemente una porta per quelle persone che vogliono sporcarsi le mani e passare dalla parte dei produttori, con vari livelli di coinvolgimento; è rivolto a chi vuole intraprendere una vita a pieno contatto con la natura ma anche a quelli che non possono, o non si sentono ancora pronti per farlo ma hanno del tempo a disposizione e vogliono imparare (dalla natura e da persone con esperienza che le possono seguire) mettendosi in gioco anche per qualche ora. E’ importante che ognuno lavori e a fine giornata si porti a casa qualche prodotto della terra, si dice che siamo ciò che mangiamo, che mangiare è un atto agricolo, che un atto agricolo è, e sarà sempre più un atto politico. F.U.D. è quindi anche G.P.S., tanto per giocare con le sigle, è un Gruppo di Produzione Solidale.
I componenti estemporanei hanno la possibilità, coltivando e raccogliendo i prodotti della terra di realizzare due cose importanti, quella primaria di soddisfare il fabbisogno alimentare di sè stessi o della propria famiglia, dall’altro, apparentemente meno evidente ma non per questo meno importante, di promuovere un’economia dal basso partendo da persone vicine, dando modo agli altri (e quindi anche a te) di cambiare le carte in tavola dal punto di vista economico. Lo spazio fisico è limitato (anche se solo alle Zitelle viene coltivato meno di un decimo della terra), ma quello del pensiero non ha confini.
Potremmo dire che siamo alla ricerca di un modello, che, ricalcando quelli che sono i modelli naturali, non gerarchici ma legati alle relazioni simbiotiche, è destinato ad essere in continua evoluzione, non ciclica ma piuttosto con un modello a spirale aperta.
Non mi dilungo nel descrivervi tutti i progetti in corso e futuri perché rischierei di essere pedante, dedicherò uno scritto preciso all’argomento, anche perché quel progetto verrà inizialmente condiviso solo fra le persone che effettivamente parteciperanno alla cosa, ci tengo a dire, che è vero che ogni aiuto è sacro, ma che in un’attività di questo tipo è fondamentale che uno si sforzi di venire a sporcarsi mani e piedi, attenzione però perché poi ci si prende gusto

venerdì 25 aprile 2014

ENEB E ECAP

Oggi ho passato parte della mia giornata nell'Ex Convento dei Novizi, a S. Michele in Isola (il cimitero di Venezia), ho fatto i trattamenti alla vigna, e ho anche curiosato un po'. E' un posto magico, trovarmi da solo in un grande convento abbandonato e poter girare liberamente mi fa ritornare all'infanzia, quando entravo in qualche casa disabitata per trovare i segni del passato.
La bellezza dell'architettura si sposa con le forme della natura o meglio, con le forme che gli esseri umani (in questo caso Florian il potatore) hanno impresso alle piante.





La natura si risveglia ma purtroppo questo posto si sta inesorabilmente assopendo, non è torpore, è proprio lento abbandono, che si sta trasformando in degrado e in occupazione da parte di persone che provvisoriamente dovrebbero gestirlo, sto parlando degli operai di Veritas, che stanno velocemente stravolgendo la fisionomia che i frati avevano dato a questo piccolo gioiello, esempio unico di fattoria lagunare, con orto, cantina, pollaio, porcilaia e serra, che con pochi sforzi potrebbero essere riattivati.
Da poco (l'ultima volta che ci sono stato non c'era) hanno piantato una specie di serra in plastica in mezzo ad uno dei quadranti dell'hortus conclusus; non è certo un bel vedere, piantano alberi a caso, potano altri alberi in maniera scellerata, e mi fermo qui.

La gestione di Laguna nel Bicchiere, le Vigne Ritrovate si limita purtroppo alla sola cura della vigna e della cantina, sarebbe invece auspicabile una visione complessiva (è il Comune che dovrebbe decidere a chi affidarne la gestione), e questo si sente, e pesa gravemente sulla vita del luogo.
Questo ex convento me lo immagino come un esempio unico di sperimentazione, dove si uniscono antichi saperi a nuove teorie sulla cura del verde ma tutto ciò si potrà fare solo se questa gestione provvisoria di Veritas cesserà a breve, altrimenti inizieranno a verificarsi i primi crolli (vedi la foto della trave portante della serra (che sarebbe un piccolo gioiello da restaurare al più presto per iniziare una seria riproduzione di piante antiche da preservare).
Credo che Laguna nel Bicchiere, in collaborazione con altre realtà cittadine e non, possa iniziare un percorso di "risveglio" del Convento, prima che sia troppo tardi, i segni "allarmanti" sono sotto i nostri occhi.
(Michele Savorgnano)

p.s. riallacciandomi alla discussione su Poveglia; fino a pochi anni fa, S. Michele, oltre ad essere l'isola dei morti ospitava anche una comunità di frati, ridotti a uno nel'ultimo periodo. Era l'unica isola minore (insieme a S. Lazzaro e S. Francesco del Deserto) ad ospitare una popolazione residente permanente, credo che questa sia l'unica soluzione percorribile per risolvere la difficile riconversione delle isole della Laguna di Venezia, ripopolare, avere una popolazione stabile, che decide per il futuro della sua isola. Essere isolani non significa essere isolati. Ripopoliamo la laguna!

martedì 1 aprile 2014

introduzione alla progettazione e gestione in permacultura di un orto urbano collettivo


Ogni giovedì, dalle 5 alle 7 del pomeriggio (tempo permettendo),

QUESTA SETTIMANA:

Giovedì 3 aprile, sempre dalle 17 alle 19 continuano gli appuntamenti con "introduzione alla progettazione e gestione di un orto urbano collettivo".

Questa settimana ci occuperemo dell'area dei bambini e sperimenteremo sul campo la tecnica dell'hugelkultur parola tedesca che significa letteralmente coltivare su delle aiuole; aiuole particolari, dove si sotterreranno vecchi tronchi e li si ricopriranno di terriccio e compost. 
Il lavoro pratico verrà accompagnato da alcuni concetti chiave della progettazione in permacultura.

l'orto-giardino di SpiazziVerdi alla Giudecca diventa un laboratorio di sperimentazione per tutti quelli che vogliono immaginare una città di verde "vissuto", coltivato, autogestito.
Ti racconteremo la nostra esperienza di cinque anni di lavoro, il nostro metodo di gestione del luogo e dei rapporti fra ortolane/i ma soprattutto avrai la possibilità di fare esperienza sul campo, coltivare la terra, costruire strutture, progettare lo spazio secondo i principi della Permacultura.
Gli incontri potranno servire a chi vorrà fermarsi a lavorare da noi ma anche a chi ha iniziato o vorrà avviare un'esperienza simile; c'è spazio per tutti.

All'interno del laboratorio ci terremmo particolarmente a parlarvi del nostro progetto di "diffusione" di piante antiche, non ibride, che vorremmo si coltivassero in laguna; il nostro è un serbatoio di semi che negli anni si è via via ampliato, grazie ai nostri scambi con contadini e appassionati che non vogliono usare i semi delle multinazionali. Abbiamo già diverse piantine che aspettano di essere messe a dimora in giro per la città.

Iscrizioni:
è sufficiente mandare una mail di prenotazione a: infospiazzi@gmail.com o presentarsi direttamente in orto

Orario:
 ogni giovedì (tempo permettendo) dalle 5 alle 7 p.m.

Modalità:
      vestiti a cipolla  (scarpe robuste ma comode, pantaloni con le tasche, guanti)
       porta un coltello ed una borsa di tela (c'è sempre qualche erba spontanea da raccogliere e da portare a casa)

Costi:
       3 euro per la tessera annuale di Spiazzi
       un'offerta libera per ogni lezione

Dove:
Orto-Giardino di SpiazziVerdi
Casa di Riposo IRE Zitelle-Giudecca
Calle Mason (fermata Zitelle, vicino a Campo Marte)

giovedì 13 marzo 2014

mart 18 marzo "Gli oli essenziali" con Marino Perotto

SERATA DEI SAPERI CONDIVISI: LE ERBE
martedì 18 marzo ore 18.00
presso la sede di Spiazzi, Castello 3865 , Venezia



Continuano le serate dei saperi condivisi inaugurate con l’incontro sugli oli essenziali.


Martedì 18 marzo faremo una chiacchierata con Marino Perotto, raccoglitore esperto di erbe spontanee e coltivate, officinali e aromatiche.
La raccolta di erbe selvatiche e edibili a uso fitoterapico ha una lunga tradizione soprattutto in montagna, da dove viene Marino, che purtroppo sta andando persa.


Che proprietà hanno le varie erbe? Come si raccolgono e come si essicano e conservano?
E che differenza c’è tra tisana, infuso e decotto?
Lo scopriremo sorseggiando tisane e decotti sotto la preziosa guida di Marino.


Ricordiamo che la serata è un invito aperto a tutti a partecipare e intervenire e in particolare a chi - appassionato, esperto, professionista o semplice curioso dell'argomento - voglia arricchirci con le proprie conoscenze e la propria esperienza.
Per coordinarci al meglio, se si desidera intervenire, gentilmente confermare scrivendo a  infospiazzi@gmail.com.
Per partecipare all'evento è necessario iscriversi all'Associazione Spiazzi (tessera annuale 3 euro).

lunedì 3 febbraio 2014


Fin dall'antichità, numerose civiltà hanno utilizzato le piante (e gli oli da esse prodotti) per scopi religiosi, medicinali e cosmetici; una delle prime forme di aromaterapia fu, probabilmente, l'aspirazione dei fumi prodotti dalla combustione delle piante per cacciare gli spiriti maligni dal corpo della persona malata.
E oggigiorno?
Si possono utilizzare in tanti modi diversi e continuano a far parte della nostra vita quotidiana apportando benefici alla salute, all'umore e all'ambiente, grazie alle molteplici proprietà che li contraddistingono.
Mille ricette e mille usi diversi: quali sono i vostri?

La serata è un invito aperto a tutti a partecipare e intervenire e in particolare a chi - appassionato, esperto, professionista o semplice curioso dell'argomento - voglia arricchirci con le proprie conoscenze e la propria esperienza.
Per coordinarci al meglio, se si desidera intervenire, gentilmente confermare scrivendo a fragas@live.it
Per partecipare all'evento, è necessario iscriversi all'Associazione Spiazzi (tessera socio ordinario 3 euro).


SERATA DEI SAPERI CONDIVISI: GLI OLI ESSENZIALI.
giovedi 6 febbraio ore 20,30
presso la sede di Spiazzi, Castello 3865, Venezia

domenica 22 dicembre 2013

B come badare: al proprio orticello?

Badare è un verbo particolare; il participio presente usato come sostantivo è attualissimo (badante), usato invece come intransitivo alla prima persona singolare (bado) sembra quasi una parola straniera, direi quasi africana. In inglese potrebbe tradursi con "care" che in italiano si traduce più spesso con "prendersi cura" invece che badare, che ha un senso "inferiore" rispetto al curare (vi immaginate se il termine badante fosse tradotto con curatrice o curante?).

Badare al proprio orticello (vedi questo articolo di AM Terra Nuova a proposito) potrebbe essere visto come una metafora del prendersi cura della terra e della Terra con la T maiuscola, considerando il nostro pianeta come un sistema chiuso (in antico sassone "gart" da cui la parola garden-giardino) ci porrebbe nella condizione di esercitarci a curare l'orto per allargare continuamente il nostro sguardo (badare sembra provenga dal celtico "bah" aprire-guardare) ad un raggio più ampio, il nostro vicinato, la nostra regione (o bioregione), la Terra. E' un continuo lavorare sul locale e sul globale, un'apertura e chiusura di diaframma per far entrare più o meno luce che ci chiarisca lo sguardo. Badare al resto è utile a capire se l'acqua della pioggia che bagna la nostra terra è pulita, se l'aria trasformata dalle nostre piante è pura, se la luce del giorno è limpida, se la notte è veramente buia.

Badare al resto, a quello che sta oltre il giardino non è cosa semplice nel nostro territorio. Ci applicheremo diligentemente nella ricerca dei dati (per ora frammentari e discordanti) e per la loro rielaborazione inviteremo persone che hanno cose nuove da raccontare, esperienze che ci possono illuminare su possibili vie alternative alle attuali, piccole azioni quotidiane che cambiano lentamente ma inesorabilmente le cose (l'opposto delle grandi opere). Cercheremo di incontrare gente che viene da lontano a raccontarci di altre lagune, di altri territori simili al nostro, di come in quei posti si vive, si resiste, all'acqua, all'inquinamento, alla folle velocità del progresso.

Tutto ciò con lentezza, non si può certo contrastare la velocità con la velocità stessa. (per inciso: i sinonimi di velocità sono quasi tutti positivi, quelli di lentezza sono negativi, a tal proposito consiglio la lettura di "Il punto di svolta" di Fritjof Capra, pag. 33 Ed. Feltrinelli dove si parla di Yin e Yang)

come dice l'amico Enzo: "accelero rallentando",

buone feste a tutti (Michele)

giovedì 12 dicembre 2013

MARMELLATA ARANCE AMARE (di Françoise)

foto scattata da Michele l'11 dicembre
 Le arance sono sull'albero lucenti e profumate come palline di Natale. Ne ho prese alcune per fare una prova di marmellata di arance amare, mi è venuta molto bene.

Per chi avesse voglia, ecco una ricetta di questa marmellata rielaborata a partire dei consigli di Nostradamus (sic) che aveva pubblicato un libro sulle confetture nel 1552.

RICETTA
Pelare la buccia sottile lasciando sull'arancia la pellicola bianca, la quale va buttata via. Tagliare la polpa a grossi spicchi e estrarre i semi.
Mettere le bucce e la polpa in un recipiente e versare sopra acqua tiepida con qualche presa di sale e lasciare in ammollo per 24 ore.
Risciaquare per eliminare il sale.
Far cuocere le arance in poca acqua bollente fin quando le bucce diventano morbide e si possono pungere facilmente con uno stuzzicadente.

Tagliare le bucce a listarelle. In una pentola, versare un quarto di acqua per 3 quarti di zucchero di canna e far sobbollire fin quando appariranno numerose bollicine. 
Versare polpa e bucce e far cuocere una ventina di minuti. Versare la marmellata ancora bollente in vasetti sterilizzati che vanno chiusi e rovesciati così vanno sotto vuoto.

martedì 12 novembre 2013

E' giunta l'ora dei contadini di laguna?

l'orologio vintage del Circolo Arci di Cannaregio
Abbiamo finito alle nove in punto stasera (più o meno) e non è l'ora di Mosca ma quella che batte ogni giorno al circolo Arci di Cannaregio, a Venezia. In una città di pietra sta nascendo, come un po' dappertutto, un interesse particolare per tutto quello che riguarda la terra e la sua cura. Che sia un segno che ci fa ben sperare? Mi chiedevo cosa avrei scritto dopo questo incontro, un resoconto? Lo pensavo, effettivamente, ma preferisco lasciarmi andare, vista la foto scattata, a qualche sogno di comunismo irreale da terzo millennio. L'ammontare dei derivati nel mercato parallelo supera di ben dieci volte il mercato reale (quello che si basa sulle vere merci in circolazione), la totalità delle persone presenti (persone di una certa cultura, di sinistra, eccetera) ha un conto in banca, la banca in questione (non importa quale, sono tutte uguali) ha investito i risparmi dei nostri partecipanti in derivati.

Dunque, a parte il fatto che ognuno di noi dovrebbe sapere esattamente dove va a finire il proprio denaro (ma sappiamo esattamente cos'è il denaro?) perché non deviare, almeno una parte, non dico tutto del denaro dei presenti all'incontro di stasera (e magari di qualche altro facoltoso conoscente) da una banca che allegramente investe in interest rate swap a dei derivati nostrani, autoprodotti, che creano un volano per l'economia sana che parte dal basso e nel basso rimane? Che non punta in alto perché lavora sulla collaborazione e non sulla competizione e quindi rimane lì giù, a stringere legami con il locale, dall'agricoltura all'artigianato, senza raggiungere una dimensione industriale che snaturerebbe tutta quella dimensione umana che diverrebbe disumana? Siamo troppo comunisti? Avanti coi progetti, giovani. Aprite le borse e investite sui progetti, intellettuali di sinistra col portafoglio in qualche banca di destra...

venerdì 8 novembre 2013

lun 11 novembre. Circolo Arci di Cannaregio. Coltivare la terra, oggi, nella laguna veneta

Lunedì 11 novembre, ore 18.00
Nell'ambito dell'Ecofestival organizzato da CERCHIDONDA siamo stati invitati, con altri contadini, ortolani, vignaioli, giardinieri, paesaggisti, architetti e altri ancora al Circolo Arci Franca Trentin Baratto ad una discussione che avrà come tema: Coltivare la terra, oggi, nella laguna veneta

Riflessioni attorno al fenomeno di ritorno alla terra e a differenti esperienze di orti urbani in laguna. 
Con Riccardo Bermani, Orto Comune di San Giacomo, Guido Deiana, Orto di Torcello, Chiara Gaspardo, Orto Collettivo di Santa Marta, Domenico Luciani, Architetto, Michele Savorgnano, SpiazziVerdi, Alberto (Lupo) Tommasini, Azienda alle Vignole Vania Carlot, Rio Terà dei Pensieri, Orto biologico Carcere Femminile e molti altri..... 

al termine aperitivo a "miglia zero"

mercoledì 6 novembre 2013

domenica 10 novembre aglioween bis

L’ ABC di SpiazziVerdi
Aglio, Bieta e Cipolla Days
Ricominciamo insieme dall’ABC dell’orto!         

Dato che domenica 3 pioveva abbiamo rimandato Aglioween a domenica prossima.
This is Aglioween! Aglioween! Aglioween!

Ortolani zombie, locavori mannari, streghe salvasemi: dove siete? 
E’ arrivato Aglioween!
Scheletri vegani, consumatori mummia, mostri cementificatori,  vampiri bancari, fantasmi OGM e frankestein del sovescio: all’appello anche voi!
E’ Aglioween per tutti!

Approfittiamo per dare un senso diverso al ricorrere di questa festa e dedichiamo la giornata di domenica a piantare i bulbi d’aglio rimasti dal precedente Aglio Day (ne abbiamo ancora molti, non portatene). 
I bulbi piantati in orto verranno riscattati con delle truculenti teste d’aglio in primavera. 

Cosa portare

Per partecipare all’Aglio Day è necessario portarsi  una piccola vanga (o in alternativa un cucchiaio).

Quando 

Domenica 10 novembre 2013
Dalle 10,30/11  alle 17,30 

Dove

Nel nostro orto delle Zitelle, naturalmente.
(Dal momento che siamo ospiti dell’IRE, chiediamo un’attenzione particolare quando si accede o si lascia la struttura. Parola d’ordine: SpiazziVerdi Aglio Day!)

Attività

  • Preparazione del terreno (pulitura erbacce, contenimento aiuola/bancale etc.)
  • Piantare i bulbi (al grido “Aglietto o scherzetto?”)
  • Ci saranno anche altri lavori, non preoccupatevi, chi ha voglia di sporcarsi le mani e sudare avrà pane per i suoi denti, chi vorrà rilassarsi è il benvenuto lo stesso, può sempre lavare i piatti o fare qualche altro lavoretto sedentario!

E’ prevista una pausa pranzo in cui condivideremo quello che ognuno ha portato da mangiare e da bere (cose fatte in casa, i nostri piatti preferiti non confezionati, possibilmente ruspanti e no OGM).
Da riportare a casa: i propri rifiuti (l'organico rimasto arricchirà il nostro cumulo di compost).


Per informazioni
Tel.  349 7343853 (Michele) / 348 5316676 (Cristina)
spiazziverdi@gmail.com
spiazziverdi.blogspot.it




venerdì 1 novembre 2013

coltivare un sogno in laguna? Se il Sindaco ce lo permettesse

Da anni ormai si parla di ampliare le coltivazioni, non limitandoci al nostro orticello della Giudecca. Dal 2009, anno in cui abbiamo iniziato a dissodare il terreno, abbiamo stretto relazioni con altri soggetti locali (vedi l'Associazione Laguna nel Bicchiere, le Vigne ritrovate con cui condividiamo lo spazio delle Zitelle) e non. Da subito abbiamo iniziato a fare rete (Prove Tecniche di Comunità Urbana del Buon Vivere e Architettura Seminata), per trovare situazioni simili alla nostra in Italia e all'estero.
Da quando abbiamo iniziato sono nate nuove situazioni di autoproduzione collettiva (l'orto dei Marziani, quello del Lido, Pan di Zenzero, Teatro Marinoni e altri che forse non conosciamo) e reti fra coltivatori e consumatori (il mercatino bio di Piazzale Roma, la rete Slow Food di Isole in Rete, il recente Genuino Clandestino).
La situazione è in continua crescita, nonostante la crisi e forse a causa della crisi; c'è voglia di ripartire dalle cose fondamentali e la terra e la sua coltivazione sono proprio una di queste.
Si è comunque spesso presi dallo sconforto, soprattutto per chi abita in una città che fa dell'effimero la sua unica fonte di sostentamento; le attività cosiddette essenziali se ne vanno dal centro storico per lasciare spazio a vetrini e maschere in un'inarrestabile marcia verso l'azzeramento della vita reale, delle persone che potrebbero legarsi al territorio con attività che non sfruttano l'ambiente ma lo rinnovano e lo arricchiscono.
Pensare all'agricoltura, o alla coltivazione in genere come "ri-partenza" potrebbe far sorridere, ma da qualche parte dovremmo pur cominciare. Ma come poterlo fare? I problemi, per chi vuole iniziare dal niente sono insormontabili. L'accesso alla terra in primis, nessuno affitta, i pochi che vendono lo fanno a più di dieci euro al metro quadro che equivalgono a più di 100.000 euro all'ettaro (e con un ettaro solo non vivi). Se riesci ad avere la terra non riesci comunque ad avere un introito decente che ti permetta di soddisfare i bisogni che questa società ti impone (non per niente le merci vengono quasi tutte importate da Paesi dove la manodopera viene pagata un euro all'ora o poco più). La soluzione ci potrebbe venire dal passato o da popoli che ancora praticano un'agricoltura di sussistenza, produrre per se stessi e per lo scambio e vendere il surplus; in questo caso il contadino dovrebbe avere almeno una piccola fattoria dove poter vivere e autoprodursi la maggior parte del cibo che gli serve. Questo tipo di azienda (che non sarebbe un'azienda), sarebbe il più antieconomico ed antisociale esempio possibile in una società che basa tutto sugli scambi internazionali, sulla moneta virtuale e sulla creazione di continui nuovi bisogni (chiaramente non essenziali). Nel nostro territorio sarebbe forse possibile avviare alcuni luoghi sperimentali, pochi naturalmente, delle specie di nuove colonie, un po' quelli che erano i villaggi dei Veneti e degli Euganei prima dell'arrivo dei Romani, costruiti con materiali locali, veloci da attivare, e veloci da smantellare (non lascerebbero traccia perché anche in caso di abbandono tutto ritornerebbe alla natura), me la immagino proprio la Sovrintendenza che approva un villaggio agricolo sperimentale costruito in canna palustre e argilla in un'isola abbandonata della laguna dove magari c'era in progetto un bel resort o un parco dei divertimenti. Eppure da una breve analisi del territorio della Laguna di Venezia (una semplice occhiata dal satellite), si vedono un sacco di spazi inutilizzati, aree verdi che aspettano solo di essere ricoltivate, come ai tempi i cui la terra, ma anche l'acqua della laguna avevano un senso, un legame con la comunità che la viveva quotidianamente. Ma chi tornerebbe alla terra in questo modo? Perché mai le istituzioni, le associazioni di categoria, dovrebbero appoggiare un tipo di vita così sovversiva, così anacronistica? Forse i figli e i nipoti dei consumisti stanno cercando altre strade, non sono ancora chiari gli obiettivi ma le sensazioni portano a scegliere alternative a quella che sembra una via senza uscita, senza possibilità di ritorno, la distruzione certa di tutto quello che ci circonda. Si dice che la tecnologia ci salverà, troverà delle soluzioni per farci uscire dal vincolo che abbiamo col petrolio e con la chimica, ma aspettarsi una soluzione dalla tecnologia significa aver abdicato al potere delle macchine, significa non credere più alle potenzialità della nostra umanità. La laguna avrebbe un vantaggio rispetto ad altri luoghi (eccetto alcuni sparuti casi in montagna), gran parte del suo territorio non è mai stato privatizzato, o è del Demanio, o fa parte di qualche Bene Comune che viene indebitamente occupato da qualche nobile o industriale del NordEst. La causa in corso fra Demanio e questi occupanti abusivi delle valli da pesca è ancora in corso, ma non se ne verrà a capo fino a quando l'accusatore (il Demanio ma anche il Comune nella persona del suo Sindaco) è anche difensore di alcuni degli accusati (lo studio legale dello stesso Sindaco); in un Paese civile un conflitto di interessi simili farebbe urlare allo scandalo e obbligherebbe il Sindaco alle dimissioni, in Italia è la prassi. Forse allora non resta che la ri-occupazione di terre da cui sono stati estromessi i legittimi abitanti?  E' in atto nel mondo un ampio movimento di contadini senza terra, se ne parla soprattutto nel Sud del mondo, se ne sta parlando, sotto voce, anche al Nord.

domenica 27 ottobre 2013

Zitelle, dal conflitto alla consociazione, dall'orto al giardino

Titolo un po' ermetico direte voi; l'ispirazione mi viene da un mio passato scambio di vedute con Daniela, compagna di erbe e verdure (che spero mi legga dalla lontana Cina), e dalle mie ultime due letture "Giardini, paesaggio e genio naturale, di Gilles Clement" e "E il giardino creò l'uomo, un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri, di Jorn de Précy".

Cosa mi hanno ispirato Daniela, Gilles e Jorn?
Con Daniela si è parlato delle varie motivazioni personali che ci spingono a frequentare il nostro spazio delle Zitelle. Io ero un convinto assertore dell'autoproduzione, ci vado e ci andavo perché, parafrasando Wendell Berry "coltivare è un atto politico". Daniela mi ha risposto: "per me è altro". Voglio dare una mia interpretazione di questo "altro"per me.
Per dire cos'è quest'altro chiamo in aiuto le mie due ultime letture, Clement e de Précy. Questi due autori mi fanno vedere il luogo di cui ci prendiamo cura sotto un altro aspetto; ho sempre sospettato che quello non fosse solo un semplice orto, l'ho sempre visto come qualcosa di più ampio, completo, con la sua diversità (la vigna, il resto dello spazio non gestito da noi, la laguna che lo lambisce)  e con le sue complesse relazioni umane e naturali, ma non ho mai usato una parola precisa per descriverlo, se non orto. Etimologicamente orto è un po' difficile da interpretare, è sempre rimasto nel limbo, si dice abbia la stessa radice di giardino, gart-hort ma in italiano giardino e orto si sono lentamente divisi mentre in altre lingue hanno mantenuto la loro unità.
Con questo non voglio certamente rinnegare il mio status di ortolano, ma mi piacerebbe pensare al nostro spazio come ad un giardino, dove non si coltiva solo per la pancia ma anche per l'anima. E' in realtà quello che ognuno di noi ha sempre fatto, soprattutto quando ci troviamo soli, noi e la natura, i nostri cinque sensi che entrano in simbiosi con quello che ci circonda e che soddisfa quello che sappiamo essere un nostro bisogno primario che l'ambiente "altro" in cui viviamo non può appagare, la spiritualità, che Jorn de Précy chiama "mistero".
Gilles Clement  ritorna al concetto di giardino come "giardino planetario" e quindi giardiniere è colui che si prende cura del nostro pianeta, inteso come hortus conclusus, spazio finito.
Stare in giardino, nel tuo giardino, o comunque quello che senti come tuo non è come sdraiarsi su un prato o passeggiare nei vialetti di un parco pubblico. Prendersi cura della terra, sporcarsi, sudare e contemporaneamente meditare, è un atto intimo e politico allo stesso tempo, come dice Clement "il giardino di oggi non riesce a contenersi entro il tradizionale recinto, anzi, costringe tutto il vicinato alla condivisione". Il nostro giardino, condiviso, è una prova di quello che potrebbe essere il giardino più ampio, la Terra, un giardino in continua evoluzione, dove le persone, i giardinieri, si prendono cura di un paesaggio in costante movimento.

Alla consegna di un lavoro, l'architetto può ritenere che la casa sia terminata; alla consegna del suo lavoro, il paesaggista sa che il giardino comincia. (G. Clement)

L'espulsione degli dèi non poteva non trasformare l'aspetto del mondo, cioè lo spazio in cui viviamo, ed è nelle città che questa trasformazione può essere percepita più facilmente.
Un tempo, la città scaturiva da un territorio. Manteneva legami stretti, anzi vitali, anche su un piano estetico, con la campagna che la circondava e la nutriva (J. de Précy).

mercoledì 16 ottobre 2013

Aglio Day. 20 ottobre 2013

L’ ABC di SpiazziVerdi
Aglio, Bieta e Cipolla Days
Ricominciamo insieme dall’ABC dell’orto!         

Aglio Day
Una giornata da trascorrere tutti insieme in orto piantando bulbi d’aglio per resistere ai vampiri moderni e continuare a vivere bene.


“(...) A ogni boccone vino e aglio spingono l'oltraggio fino al limite. Là dove il palato non riesce a far fronte a così tante sollecitazioni. Come l'ebbrezza di un primo bacio. Quindi, dico io, contro tutti i vampiri succhiasangue che ci rubano le energie, ci svuotano il cervello e ci prosciugano il cuore, mangiate aglio, bevete vino. Questa è la vita. Perché, per parafrasare lo scrittore Jim Harrison, senza l'aglio e il vino continuare per la nostra strada in questa vita può essere davvero dura."
(Da “Aglio, menta e basilico” di Jean-Claude Izzo 2006, ed. e/o)


Chi ha paura dell’aglio? Come Jean-Claude Izzo, noi certo no, anzi!
Mangiate aglio, bevete vino. Questa è la vita.”
Che sia l’aglio rosso di Nubia, quello di Sulmona, quello di Vassilico o quello Piacentino, o l’aglio comune, questo magico bulbo ha infatti molte qualità e è un ingrediente salutare e importante nella nostra alimentazione.
Impariamo insieme dove e come piantarlo, in consociazione con quali piante e quali spicchi è meglio scegliere per assicurarsi una buona produzione.
I bulbi piantati in orto verranno riscattati con delle teste d’aglio in primavera.



Cosa portare

Per partecipare all’Aglio Day è necessario portarsi delle teste d'aglio da piantare
e una piccola vanga (o in alternativa un cucchiaio).

Quando

Domenica 20 ottobre 2013
Dalle 10.30 alle 17.30

Dove

Nel nostro orto delle Zitelle, naturalmente.
(Dal momento che siamo ospiti dell’IRE, chiediamo un’attenzione particolare quando si accede o si lascia la struttura. Parola d’ordine: SpiazziVerdi Aglio Day!)

Attività

  • Introduzione: A come Aglio (info tecniche)
  • Piantiamo i bulbi (recitando lo scongiuro*)

* Aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglio, corna, bicorna, capa r’alice e capa r’aglio (gli esperti del settore dicono che, per funzionare alla perfezione, la formula deve essere seguita da tre sputacchiatine e tre gesti di corna fatti con ambo le mani e volti all’ingiù).

E’ prevista una pausa pranzo in cui condivideremo quello che ognuno ha portato da mangiare e da bere (cose fatte in casa, i nostri piatti preferiti non confezionati, possibilmente ruspanti - magari con l’aglio! - e no OGM).
Da riportare a casa: i propri rifiuti (l'organico rimasto arricchirà il nostro cumulo di compost).


Per informazioni
Tel.  349 7343853 (Michele) / 348 5316676 (Cristina)

lunedì 2 settembre 2013

Torna l'AIA in LAGUNA

All'interno di AltroFuturo, la fiera dell'altraeconomia e della decrescita, a Venezia dal 13 al 15 settembre 2013 (Fondamenta delle Zattere), anche quest'anno non poteva mancare l'Aia in laguna!
Elemento tipico degli insediamenti di campagna, l’aia, spazio di proprietà collettiva, era il centro della vita delle piccole comunità rurali, dove ci si riuniva, si sfogliava il granturco, si aggiustavano gli arnesi, si mettevano a seccare i frutti, si facevano le conserve e dove ci si metteva a cucire. I figli giocavano sull'aia e la sera è lì che si stava "a veglia".
L’aia in laguna vuole ricreare questo spazio di lavoro e di convivialità, di libero scambio di idee e di tessitura di relazioni, legato alla terra e ai suoi ritmi.

Uno spazio culturale dedicato alla sovranità alimentare, salvaguardia della biodiversità e dei paesaggi agricoli, filiera corta e produzioni a km zero, lavori contadini vecchi e nuovi, produzioni in forma sostenibile ed ecologica e ogni altro tema connesso alla terra come fonte di cibo e di vita.

Programma

Venerdì 13 settembre 2013
ore 10.00 – 12,00
LABORATORIO
Torniamo alla vita! momento di riconnessione alla madre terra
Francesca Radin e Francesca Casarano, Spiazziverdi
ore 12,00-14,00
LABORATORIO DI CUCINA
Curarsi con il cibo
Monica Saletti, Associazione I seminati
15,00-16,30
Introduzione alla permacultura urbana
Davide Pujatti, insegnante di permacultura
16,30 – 18,00
BRACCIANTI MIGRANTI
Esperienze di solidarietà contadina a Rosarno
Michele Trungadi, SOS Rosarno
18,00-20,00
SEMINARE FUTURO
lavorare oggi (per) la terra
Mamadou Dia SOS Rosarno - rete campagne in lotta; Marco Mantovan, Az agr Donna Gnora; Sara Tognato, coop. sociale Ca’ Resa
Coordina Chiara Spadaro, Altreconomia

Sabato 14 settembre 2013
ore 10.00 – 12,00
LABORATORIO
Esperimenti di cosmesi naturale: come produrre in casa creme e saponi
Francesca Radin e Dora Normanno, Spiazziverdi
ore 12,00-14,00
LABORATORIO DI CUCINA
Avanzata calda, avanziamo insieme
Francesca Leita e Francesca Ciampalini, Le Vivandiere
15,00-16,30
Agricoltura organica e rigenerativa
Mattia Pantaleoni, insegnante di permacultura
16,30 – 18,00
GENUINO CLANDESTINO
rete di comunità in lotta per la sovranità alimentare
Michele Caravita e Laura Stanghellini, Campi Aperti Bologna
Incontro-dibattito aperto a tutti gli interessati a creare un nodo locale di GC
18,00-20,00
TERRA BENE COMUNE
Le terre pubbliche alle comunità locali
Nadia Carestiato, Università Udine, Giovanni Pandolfini, Terra bene comune Firenze.
Coordina Giulia Franchi, Re:common

Domenica 15 settembre 2013
ore 10.00 – 12,00
LABORATORIO BIMBI
Il concilio di tutti gli esseri
Francesca Radin e Francesca Tosi, Spiazziverdi
ore 12,00-14,00
LABORATORIO DI CUCINA
Germogli, fonte di energia
Barbara Belliato
15,00-16,30
Riequilibri e convivenze nell’orto: macerati, infusi e decotti
Mauro Flora, agrotecnico,Agrifatti
16,30 – 18,00
SEMINIAMOLI
Come selezionare e conservare i semi
ColtivarCondividendo
18,00-20,00
OGM, SEMENTI, MANGIMISTICA
Chi è fuorilegge?
Gianni Tamino, Università Padova, Luca Tornatore, Ya Basta, Adriano Zaccagnini deputato Camera gruppo misto (via skype). coordina Tiziano Fantinel ColivarCondividendo

Domenica scambio semi!

Info e aggiornamenti sul programma: www.altrofuturo.net, spiazziverdi@gmail.com

sabato 13 luglio 2013

martedì 16 luglio ritorna in orto lo gnomo dimenticone


Ciao amici dello gnomo dimenticone, ora è il nostro gnomo è felice! Grazie ad ognuno di voi ha imparato cos'è la generosa TERRA con i suoi frutti ed abitanti, la sua amica preferita ACQUA in cui tuffarsi, pescare, navigare, per non parlare dell'ARIA che nell'orto preferisce venire poco ma che può essere magica se trova una girandola! 
Sapete cosa manca da fargli ricordare? Il potente FUOCO; proveremo a cercare le sue tracce ed a costruire una piccola lanterna o torcia perché possa vedere meglio nelle tane delle talpe! 

Amici dello gnomo, vi aspettiamo martedì con costumino e la vostra allegria.

giovedì 11 luglio 2013

Utili consigli

Pubblichiamo i preziosi consigli dei nostri amici di ColtivarCondividendo di Feltre per imparare a coltivare l'orto in modo sano e sostenibile, usando in particolare macerati, decotti, infusi di piante.
Leggete qui
Sappiamo ora chi invitare per una lezione su questi temi per il percorso di permacultura!