giovedì 26 marzo 2009

piccoli tuffi nel passato

Leggendo qua e là nei testi della storia dei giardini/orti di Venezia e pensando al nostro orto ho sbirciato le pergole, le recinzioni e le aiuole di un tempo. Le immagini delle pergole e i disegni di aiuole qui sotto sono tratte da Hypnerotomachia Poliphili (Il combattimento amoroso in sogno di Polifilo), pubblicato proprio a Venezia nel 1499. Questo romanzo allegorico, racconto fantastico, che ancora impegna gli studiosi alla ricerca della verà identità del suo autore, è anche un repertorio di elementi compositivi, che ricorreranno da allora in poi nei giardini rinascimentali.
L’intero libro è pubblicato su internet:
http://mitpress.mit.edu/e-books/hp/index.htm



La pianta prospettica di Jacopo de’ Barbari, del 1500 ci descrive le pergole e le recinzioni a quel tempo e P. Giulini ce le racconta: “Per ridurre la ricaduta di aerosol marino, all’inizio le proprietà furono cintate soprattutto verso il mare con alti steccati ottenuti dai culmi delle canne palustri (Phragmites communis Trin.) legati insieme dalle foglie ritorte della mazzasorda (Typha latifolia L.); fu incrementata come frangivento la tamerice (Tamarix gallica L.), già presente sui suoli sabbiosi perilagunari” (Il giardino e la botanica in a cura di M.Azzi Visentini, Il giardino veneto, Electa, Milano 1988)



Naturalmente c'è anche il nostro orto nella pianta del de’ Barbari, potete vederlo qui
M.P. Cunico, ne Il giardino veneziano, (Albrizzi, Venezia 1989) ci dice che alcuni dei rampicanti che venivano usati erano: Passiflora coerulea L e le clematidi (Clematis vitalba L. , Clematis flammula L., Clematis viticella L.) “già utilizzate - come attesta l’Anguillara – dai contadini del Lido per riparare dal sole le piante di meloni”

Infine A. Marcello in la Flora urbica di Venezia, sulle “erbacce” in città (estr. da Memorie di Biogeografia Adriatica – vol 9, Venezia 1973 - 1974), ci regala anche delle visioni della Venezia di molti anni fa:
“ Nei primi secoli la Piazza S, Marco era chiamato broglio, noi lo diremmo brolo, ed era chiamata così perché ricoperta d’erba e piantata d’alberi. Presso S. Marta era una lingua di terra, quasi una penisola, con una boscaglia di rovi ed era detta ponta dei lovi […]. Gli stessi canali erano talora fiancheggiati da alberi e prati dove pascevano gli armenti […] Di antichi orti e spazi erbosi restano ancor oggi tracce nella toponimastica veneziana e cito ad esempio: la Calle Larga e Lista Vecchia dei Bari a S. Simeon Grande […] E’ ben noto che al Ponte della Paglia si scaricava la paglia non solo per commercio ma anche per sternire i cavalli che vi sostavano durante le adunanze del Maggior Consiglio”
e tanto tanto altro ancora...
a presto
Maura

3 commenti:

  1. ottimo maura, ricerca spettacolare. sai che siamo quasi gli unici a commentarci a vicenda. ma, hai comprato il libro della Cunico? attenta quando linki i doc perchè devi prima "pubblicarli" e mettere il collegamento al link pubblicato (frase contorta!).
    ancora brava
    michele

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  2. :-) vero michele! non ho capito bene la faccenda del linkaggio, domani mi spieghi meglio. Il libro della Cunico è fuori commercio quindi faccio come si faceva un tempo: prendo i libri a prestito in biblioteca. qualche seme l'abbiamo trovato...
    ciao
    maura

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