mercoledì 10 aprile 2013

Pomodori reazionari o rivoluzionari?

Oggi in vaporetto, leggendo l'ultimo libretto si Gustavo Esteva “Antistasis, l'insurrezione in corso", sotto (finalmente!) il primo sole di primavera, i pensieri hanno cominciato a correre....applicare i principi della permacultura alla pratica politica contro il capitalismo imperante....davanti all'immaginario di un sistema economico e sociale mondiale così potente, globalizzante, unitario e totalizzante, che paralizza, come dice Esteva, possiamo solo opporre pratiche (bio)diverse, adatte al clima e ai luoghi e alle persone di ogni comunità, dove ogni elemento supporta molteplici funzioni e ogni funzione supporta più elementi. In cui la maggiore diversità delle soluzioni e delle alternative proposte, in aperto scambio energetico, è indice di salute, di resilienza, di vitalità. Così...i pensieri sono corsi sull'acqua fino al nostro orto, a questa esperienza così semplice e antica e allo stesso tempo complessa e innovativa in questa era di semplificazioni schematiche e omologazioni sistemiche. E mi chiedevo, se ne siamo davvero consapevoli....Se davvero sappiamo cosa stiamo facendo. Se, per dirla ancora con Esteva, ci siamo mai chiesti se i nostri pomodori sono tristemente reazionari oppure veramente rivoluzionari!
Eli

1 commento:

  1. Ottimo suggerimento di lettura e bella domanda. Non ci dormirò alla notte a cercare la risposta e non so se i miei pomodori me ne sapranno suggerire una, ma confido in loro ;-)

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