mercoledì 13 gennaio 2010

2010 anno della biodiversità

Vi sembrerà incredibile ma in quest'epoca omologante di appiattimento culturale e desertificazione cerebrale i nostri grandi hanno deciso di dedicare al 2010 il tema della biodiversità. Tutto parte già alla fine degli anni ottanta (già si intuiva che l'uomo stava andando verso l'apocalisse), quando l'UNEP, il Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite promuove la creazione di un gruppo di esperti per ragionare sull'argomento, nel 1993 il documento denominato "Convention on Biological Diversity" viene approvato.
La convenzione ha tre obiettivi prioritari:
  • conservazione della biodiversità
  • uso sostenibile delle risorse biologiche
  • l'equa e giusta condivisione dei benefici che derivano dall'utilizzo delle risorse genetiche
Direi che non tutto è ancora stato messo in pratica, per quanto riguarda il punto uno ad esempio, ogni anno sparisce una superficie di foresta pluviale pari a quella del Regno Unito, non parliamo dei punti due e tre!

Cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, a Venezia, per promuovere la biodiversità in questo anno topico?

ESEMPI che mi vengono al volo per una città fortemente antropizzata come quella in cui vivo:
  • fare guerrilla gardening nelle aiuole per soppiantare la monocultura di viole del pansé
  • sostituire cani scagazzanti (e relativi padroni ineducati) con felini, anche di grossa taglia
  • promuovere il trasferimento di veneziani per nascita che credono di essere i padroni della città con "nuovi veneziani" che credono nella rinascita dell'isola
  • piantare dei pali in ogni campo e costruirci sopra un nido per i rapaci (più falchi meno colombi)
  • abbassare il numero delle zanzare costruendo migliaia di condomini per pippistrelli
  • Far diventare S. Erasmo museo vivente del carciofo, destinando una zona (prato della Torre Massimiliana) ad orto botanico del carciofo con tutti i carciofi del mondo
  • sostituire il simbolo di Venezia, il leone di S. Marco con una pantegana (solo per quest'anno così "biodiverso", dato che questo animale è così bistrattato e sconosciuto.
  • trovare una qualche utilità alle pantegane (ma serviranno a qualcosa?)
  • piantare pali nelle vicinanze del canale dei petroli e delle bocche di porto per fermare la velocità della marea e tutto quello che ne consegue (palo fa palude e quindi canne palustri, cefali, passere, granchi, eccetera), "palo fa palù" come diceva la Serenissima.
Beh, se avete altre idee, commentate.
Qui sotto il sito ufficiale per avere altre informazioni.
www.cbd.int


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