martedì 13 gennaio 2009

BioChar... l'utilità di farsi le salsicce alla griglia (o le zucchine)

Ho un problema con il computer che mi blocca i commenti... sigh!
Comunque nulla mi fermerà e, richiamato dai miei rovelli amletici, il profondo nord-ovest risponde.

Ora, il biochar è, a tutti gli effetti carbone. Lo so, è triste e non sembra una gran trovata di per sè, anche perchè ci hanno insegnato che il carbone è sporco, brutto e cattivo e che bruciare la legna fa male alle foreste, ma...

1) il carbone "classico" (quello preso al Super per fare le grigliate) viene prodotto con un sistema energivoro ad altissime temperature. Questo comporta i lati negativi noti del carbone (miniere, disboscamento selvaggio, inquinamento, fine della benza per il motorino) ma non solo, gli olii e i composti volatili presenti nel legno vengono completamente distrutti. Va detto che è comunque utilizzabile, anche se si può fare di meglio... e, rispondendo alla tua domanda: più sano (soprattutto se consideri tutte le variabili del carbone industriale)

2) il biochar DEVE essere prodotto su piccola scala a partire da biomasse "di scarto" (potature degli alberi ecc...) per essere sostenibile

3) il biochar viene prodotto in pirolisi (combustione in assenza di ossigeno) a basse temperature (tecnicamente è un processo chimico a diferenza del fuoco) mantenendo in questo modo molti dei composti volatili che serviranno da supporto alla microfauna e microflora del suolo

4) qualsiasi forma di carbone voi addizionate al terreno necessita prima di una fase di compostaggio. ATTENZIONE. Il carbone è un'inerte, messo nel suolo così com'è, in una prima fase assorbirebbe i nutrienti dal terreno come farebbe una spugna e solo in un secondo tempo ne avreste dei benefici. La cosa migliore sarebbe un bagno nel compost tea.

5) la funzione del carbone è simile a quello di una barfriera corallina: fornisce i siti per ospitare un'enorme biodiversità di organismi, ife funghine e conserva sia i nutrienti che l'acqua.

La vera svolta è che con un sistema abbastanza semplice ed alla portata di tutti si può, letteralmente, catturare il carbonio prima che diventi anidride carbonica e "archiviarlo" per millenni oltre a promuovere e sostenere l'autofertilità del suolo.

Pensala in questi termini: un'albero sequestra anidride carbonica dall'atmosfera per costruire la propria struttura (foglie, rami, corteccia ecc...). Quando muore, quando le sue foglie cadono a terra o quando ne si bruciano i rami dopo la potatura i processi organici (compreso il compostaggio) liberano nuovamente il carbonio che, unendosi all'ossigeno diventa anidride carbonica... pirolizzando queste biomasse il carbonio viene fissato in una forma chimicamente stabile, gli studi condotti dalla Cornell University sulla Terra Preta amazzonica suggeriscono millenni...

Per avere un'idea su diversi sistemi artigianali per autoprodursi il biochar potete dare un'occhiata ai link su questa pagina

Spero di essere stato utile... verboso, ma utile...
Nicola

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